Pronti? Comincia un nuovo anno scolastico con entusiasmo e voglia di fare!
In
questi ultimi giorni di vacanza mi è capitato di leggere un articolo che mi ha
fatto riflettere sulla pessima reputazione che la matematica da sempre ha, non
solo tra i banchi di scuola. Ho scoperto che esiste il termine matofobia,
che deriva dalla fusione delle parole “matematica” e “fobia” e
quindi il suo significato è proprio paura della matematica.
La paura e l’odio per la matematica hanno molteplici cause e spesso nasce
all’interno delle aule scolastiche, dove l’allievo si ritrova a confrontarsi
con problemi di soluzione non proprio immediata. In queste occasioni matura il senso di
incapacità o inadeguatezza verso il compito. Il susseguirsi di episodi simili
favorisce la formazione dell’idea che la matematica sia una disciplina difficile
e solamente per pochi eletti, invece è ormai noto che le abilità matematiche non
sono congenite, ma vanno sviluppate nel corso della vita: nessun essere umano
medio è inadatto a capire i concetti della matematica proposti a scuola.
Eppure la matofobia sembra essere una “malattia” psicologica a trasmissione
complessa di cui un gruppo di psicologi americani ha confermato la contagiosità
per via familiare. I recenti studi hanno dimostrato che più i genitori sono a
disagio con la matematica più lo diventano anche i figli e che confortare il
figlio dicendo “nemmeno io ero portato per la matematica”, non è affatto una
buona idea.
A volte essere “portati” o meno per la matematica diventa un alibi, ma c’è il
rischio che i ragazzi possano ricevere un messaggio sbagliato: quello che impegnarsi
non abbia senso e che in futuro si troveranno davanti a situazioni più concrete
e assolutamente diverse.
Inoltre sono radicate le convinzioni secondo le quali la matematica
richiede una grande memoria e non sembra ammettere la creatività. Gli argomenti
matematici vengono generalmente ritenuti comprensibili solo a pochi,
dimenticando che tutti gli individui fanno matematica spontaneamente, senza
rendersene neanche conto. La logica ad esempio è alla base di qualsiasi
ragionamento.
Anche la società in cui viviamo non favorisce un buon approccio verso la
matematica e gli italiani dicono senza vergogna frasi come “ah io di matematica
non ho mai capito nulla”.
Ne segue che anche i ragazzi assorbono l’idea che uno bravo in matematica
sia un tipo strano, a cui di volta in volta si è affibbiato un nomignolo dall’accezione
negativa come: sgobbone, secchione, fino al più attuale (e forse anche meno
offensivo) nerd.
Quindi ecco la matofobia: un insieme di vergogne, condizionamenti, paure e
pregiudizi, travestiti da normalità.
Un'altra ragione del timore verso la matematica è legata al modo in cui
viene insegnata: non può essere cioè ridotta a un’applicazione cieca di regole da
memorizzare, piuttosto serve a sviluppare un metodo di ragionamento valido in
ogni ambito della vita.
La risposta dei matematici a tutti gli scetticismi sulla sua utilità: dalle
stelle del cielo alle cose più concrete della nostra vita, senza matematica non
si può affrontare niente.
La ricerca didattica sta cercando di modificare l’approccio
verso questa disciplina, dando risalto alle competenze legate alla vita di
tutti i giorni come dividere il conto al ristorante, gestire un mutuo sulla
casa o non farsi fregare coi finti saldi. Niente di strano: sono compiti di
matematica che gli adulti fanno tutti i giorni.
Se presentata bene insomma, la matematica non solo non fa paura ma può anche essere
divertente. Per questo andrebbe insegnata con atteggiamento giocoso e associata
all’idea di serenità.
Da parte degli studenti ci deve essere la voglia di
mettersi in gioco, senza paura di sbagliare, perché anche dagli errori può
scaturire una valida riflessione. Quello che a scuola viene proposto è un ventaglio
di situazioni e al tempo stesso di strumenti per affrontarle e vincerle.
Superato questo primo scoglio subentra la soddisfazione di riuscire, aumenta la fiducia nelle proprie capacità e la voglia di saperne
di più, e quando la curiosità supera la paura il gioco è fatto.
Buon anno scolastico a tutti!